Fondazione Luma ad Arles: ecco perché bisogna assolutamente andarci

Acculturarsi

ProvenzaCultura e Patrimonio

Hervé Hôte
© Hervé Hôte

Tempo di lettura: 0 minPubblicato il 2 ottobre 2019

Luma Arles è pensata attorno all’iconico edificio progettato da Frank O. Gehry. Con il Parc des Ateliers, rappresenta, nella città vecchia, un moderno centro culturale e una piattaforma infinita di proposte. Ci si va per passeggiare, imparare, riflettere e lasciarsi sorprendere.

Un’architettura audace

Hervé Hôte
© Hervé Hôte

Faro? Albero di metallo? Nave perduta? L'edificio-scultura progettato da Frank O. Gehry innalza quattro torri dalle sfaccettature ondulate e argentee, sostenute da una spina dorsale color pietra. L'architetto americano si è ispirato alle scogliere delle Alpilles, alle rocce fantasmagoriche di Baux-de-Provence e al pennello di Van Gogh. I mattoni in acciaio inossidabile sono progettati per catturare la luce mutevole. Gli spazi vuoti nel vetro collegano i diversi livelli. La rotonda di vetro di 54 metri di diametro che sovrasta il piano terra ricorda l'Arena di Arles, uno dei siti romani più belli della Francia. Intorno a questo edificio iconico, altri sei edifici fanno parte del progetto Luma Arles.

Un punto di vista tutto nuovo

Sospesa al nono piano, la terrazza offrirà un panorama unico sulla città vecchia. La vista seguirà le sinuosità del Rodano estendendosi alla Camargue e spaziando fino alla piana della Crau, le Alpilles e l’abbazia di Montmajour. Alto 56 metri, l’edificio disegnato da Frank Gehry, denominato Ressource, presenta una serie di sale dedicate alle diverse forme d’arte – compresa l’arte culinaria -, alla sperimentazione e alla ricerca. Il piano terra della torre, ingresso principale del Parc des Ateliers, sovrasta molteplici spazi espositivi progettati per ospitare eventi di respiro internazionale.

Mostre all’avanguardia

Marc Domage
© Marc Domage

Creata nel 2004, la Fondazione Luma sostiene la creazione artistica nelle arti visive, incoraggiando progetti legati all'ambiente, alla cultura, all'istruzione, alla ricerca e ai diritti umani, temi cari a Maja Hoffman, sua ispiratrice. Dal suo lancio nel 2013, Luma Arles ha commissionato e presentato progetti di oltre cento artisti in diversi luoghi della città, tra cui il sito del Parc des Ateliers. All'ombra della torre sono stati riabilitati sei edifici industriali: la Grande Halle, Les Forges e La Mécanique Générale per le esposizioni, La Formation per le residenze d'artista legate alle arti dello spettacolo e il Médico-Social per le residenze d'artista e le foresterie. Accolgono il pubblico per eventi durante tutto l'anno, in particolare in estate durante i Rencontres de la Photographie.

Un progetto eco-responsabile

Dronimages
© Dronimages

Sarà anche una torre, ma è eco-responsabile! Luma Arles vuole essere un luogo vivo, che crea legami tra la cultura e l'ambiente, da cui deriva la sua architettura bioclimatica ispirata al vento di maestrale e al sole della Provenza. Alcuni edifici del Parc des Ateliers sono stati progettati per essere ventilati naturalmente, mentre la tecnologia solare passiva immagazzina il calore nella rotonda della torre di Luma. Per ridurre ulteriormente il consumo di energia e acqua, sono stati installati più di 2.000 pannelli solari e l'acqua piovana viene recuperata.

Un parco ispirato alle forze della natura

Quando visitò per la prima volta il sito, Bas Smets, l'architetto paesaggista responsabile dei giardini, rimase affascinato dall'incredibile potere delle piante di conquistare il cemento. Ne ha tratto ispirazione per progettare un parco "come se fosse stato creato dalle forze della natura", a immagine dei paesaggi della regione, le Alpilles, la Camargue e la pianura della Crau, modellati dall'acqua, dal vento e dal sole. È stata creata una nuova topografia, con dune piantate con alberi e piante della regione - filaria, lecci, pistacchi e pini a ombrello - e uno stagno collegato al canale di Craponne. Il sogno di Bas Smets? Che tra i visitatori ci siano anche gli uccelli migratori della Camargue...

Un faro per la fotografia

Ai piedi dell’edificio di Frank O. Gehry, apre un altro fiore all’occhiello dell’architettura: la Scuola Nazionale Superiore di Fotografia, firmata dall’architetto Marc Barani. Con il suo tetto piatto sporgente lungo 120 m e le sale espositive trasparenti, l’architetto ha creato un edificio che invita a una lunga contemplazione e farà la delizia dei fotografi. E non poteva essere altrimenti per una città faro mondiale della fotografia sin dalla creazione, nel lontano 1969, dei Rencontres d'Arles, la prestigiosa manifestazione di arte fotografica.

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Per Rédaction France.fr