La viticoltura bio protegge l’ambiente e ne difende la biodiversità. Il vino bio viene prodotto infatti solo con uve coltivate in modo biologico, rifiuta l’uso di pesticidi, concimi chimici, OGM. Il tutto garantito dal marchio bio europeo e dal marchio francese AB.
Risultato? Dei vini che rispecchiano ed esprimono il territorio da cui provengono. Biobiodinamici, hanno una base comune nel modo di produzione rispettoso dell’ambiente: ma in più la produzione biodinamica si basa anche sul rispetto della natura e del suo corso - in particolare delle fasi lunari - e delle sue risorse, oltre che sull’utilizzo di preparati biodinamici (compost naturali).
Le regioni del vino bio e biodinamico
La Francia è il terzo produttore mondiale di vini biologici, dopo Spagna e Italia. Il numero di conversioni al bio è significativo. In dieci anni, la superficie organica è triplicata fino a raggiungere il 12% del vigneto nazionale. “L’obiettivo è il 20% nel 2025”, ha dichiarato Thierry Julien, viticoltore bio dell’Hérault, e presidente di France Vin Bio, l’associazione nazionale interprofessionale dei vini bio. Attualmente il progresso è molto diverso a seconda dei vigneti e delle regioni, le più biologiche (con superfici superiori al 30%) sono Bouches-du-Rhône, Corsica e Vandea. Ma il cambiamento si sta diffondendo un po’ in tutta la Francia del vino. Così in Occitania, le aree in “conversione biologica” sono aumentate del 70% nel 2018 rispetto al 2017, in Nuova Aquitania l’aumento del numero di operatori biologici è stato del 13% nel 2018. Più a Nord, lungo la Loira, l’aumento delle conversioni ammonta al 40% nel Pays de Loire e al 56% nel Centro-Valle della Loira.
Il futuro del vino è biologico
Nel 2021, la Francia consumerà il doppio el vino biologico rispetto al 2013. La tendenza per i vini biologici è generale nel mondo, e nel 2023 la Francia dovrebbe passare al primo posto per consumo di vini bio, davanti alla Germania, seguita da Gran Bretagna e Stati Uniti. È innegabile che il vino biologico sia entrato a far parte delle abitudini di consumo dei francesi, sia per garantire la qualità del vino (48%), sia per sostenere i terroir e i produttori (44%), sia per rispettare l’ambiente (43%), sia per prendersi cura della salute (35%).
Anche lo champagne sceglie il bio
Le regioni dei grandi vini famosi in tutto il mondo, come la Champagne, hanno ancora quote bio relativamente basse, inferiori al 5%. Ma qualcosa sta cambiando anche fra le bulles. Ecco 7 maison dello champagne bio e biodinamiche da visitare… per degustazioni inedite!
- Francis Boulard & Fille di Faverolleset-Coëmy in Champagne produce un Brut Nature Vieilles Vignes Blanc de Blancs di puro chardonnay del Massiccio di Saint-Thierry, certificato Ecocert dal 2007.
- De Sousa ad Avize, sempre in Champagne, propone un Brut Grand Cru Blanc de Blancs Réserve biodinamico, con certificazione Demeter dal 2010.
- Duval-Leroy di Vertus è una delle poche grandi maison dello champagne a produrre una cuvée da viticoltura bio: un Brut con certificazione AB.
- Franck Pascal di Baslieux-Sous-Châtillon ha in produzione un Extra-Brut Reliance di Pinot Meunier biodinamico, certificato Biodyvin.
- Come l’Extra Brut Origin’Elle di una donna dello champagne, Françoise Bedel, biodinamico, prodotto a Crouttes-sur-Marne.
- Un precursore Fleury, storica maison fondata a Courteron nel 1895, che fin dal 1970 ha scelto il bio e nel 1989 ha convertito 14 ettari di vigneti al biodinamico. Il suo Brut Blanc de Noirs è un eccellente champagne biodinamico certificato.
- E infine ad Ambonnay, Benoît Marguet, giovane zen esperto di geobiologia nella sua cantina e di biodinamica nel suo vigneto. Il suo Brut Réserve Grand Cru è certificato AB dal 2009.
Pommery, la più grande collezione di millesimati
Fondata nel 1836, la Maison Pommery vanta 18 km di cantine e dal 1874 il primo Brut Millesimato della storia dello champagne. Sorprendente il Grand Crus Royal Millésimé 2008: invecchiato per oltre 10 anni ha già conquistato appassionati in tutto il mondo.
Per France.fr