60 anni fa, il 4 gennaio del 1960, moriva in un incidente d’auto Albert Camus, scrittore, filosofo e giornalista francese, premio Nobel per la letteratura nel 1957.
Stava andando a Parigi con il suo editore Gallimard: aveva già il biglietto del treno, ma poi accettò l’offerta di un passaggio. L’auto, che andava a forte velocità sulla Nazionale 5, uscì di strada in un rettilineo presso Villebrin, nel dipartimento della Yonne, e si schianò contro un platano. Camus, la cui salute era sempre stata precaria, e si era aggravata per la tubercolosi negli ultimi tempi, morì poco dopo l’impatto. 3 anni prima, nel 1957, gli era stato assegnato il Premio Nobel per la letteratura. Oggi Camus, che aveva esordito con grande successo con Lo Straniero nel 1942, è tornato in vetta alle classifiche in Francia con La Peste, del 1947, romanzo più che mai di attualità al tempo del Covid. Seguire le sue tracce 60 anni dopo ci porta da Parigi al Luberon, con qualche scoperta inattesa.
Una poco conosciuta tappa di Alvernia
Camus era nato il 7 novembre 1913 in Algeria, all’epoca francese, a Modovi. Si trasferisce in Francia all’inizio degli anni ’40 e si stabilisce per qualche tempo alla "maison-forte" del Panelier, a quattro chilometri da Chambon-sur-Lignon, in Alvernia , all’epoca attivo centro della resistenza francese. Va a Saint-Etienne per le cure, e sovente anche a Lione. E sempre più spesso a Parigi.
Parigi e il successo letterario
Dopo alcuni spostamenti Parigi, nel 1943 si trasferisce definitivamente nella capitale. Lavora al giornale Paris-Soir in rue du Louvre. Alloggia a Montmartre, all’Hotel di Poirier di rue Ravignan. Quindi si sposta all’hôtel Madison, a Saint-Germain-des-Près, proprio davanti alla chiesa. I luoghi che frequenta sono l’editore Gallimard, al n. 5 di rue Gaston-Gallimard, che pubblica i suoi libri più famosi, e i caffè letterari: è diventato amico di Jean-Paul Sartre, e lo si ritrova spesso con lui al Café de Flore e alla brasserie Lipp, sul boulevard Saint Germain. Frequenta i teatri, è attivo nella resistenza, scrive per il giornale clandestino Le Combat. E lavora ai romanzi. Nel 1954 si stabilisce nella bella casa stile neo-Luigi XIII al n. 4 di rue de Chanaleilles, una piccola strada tranquilla ed elegante nel VII° arr., dove abitava anche l’amico poeta René Char.
Lourmarin, cuore del Luberon
Camus scopre il Luberon in gioventù, arrivando dall’Algeria. E se ne innamora. La luminosità, i colori, sono quelli della sua terra natale. Ma è solo nel 1958, con i fondi del Nobel che decide di comprare una casa, un ex allevamento di bachi da seta a Lourmarin, dove si trasferisce a vivere. Il clima è ideale per i suoi polmoni (anche se continua a fumare, Goldo senza filtro). E qui Camus vive il piacere della vita di paese: lo chiamano Monsieur Terrasse, si gode un pastis al Café de l’Ormeau o da Ollier, dove spesso va a pranzo.
Gioca a calcio, passeggia fino al castello, va in giro per botteghe di brocante o a trovare il suo amico poeta René Char. La sua casa, nella via che gli è stata intitolata, non si visita: ci vive la figlia Catherine. La sua tomba è al piccolo struggente cimitero, una semplice pietra coperta di lauro e rosmarino. E’ l’ultima tappa dell’itinerario organizzato dall’ufficio del turismo di Lourmarin sui luoghi di Camus. Che nel Luberon riposa per sempre, nella luce assoluta di Lourmarin. Un villaggio amato dagli scrittori. Anche Henri Bosco scelse di venire qui e Peter Mayle, innamorato della Provenza, è vissuto per anni a Lourmarin. Mayle è morto 2 anni fa, ma il suo Un anno in Provenza continua ad essere un libro di culto per chi ama questo angolo incantato di Midi Francese.
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