C’è vento nelle cristallerie del massiccio dei Vosgi

Massiccio dei VosgiSavoir-faire e Shopping

Musée Lalique
© Musée Lalique

Tempo di lettura: 0 minPubblicato il 13 dicembre 2019, aggiornato il 14 novembre 2023

Quando la nebbia incipria le cime delle grandi foreste di latifoglie, cancellando i contorni del massiccio dei Vosgi, vetrerie e cristallerie eccezionali invitano ad andare oltre le trasparenze. E a ritrovarsi al caldo, intorno alle bocche ardenti dei forni, nel mondo scintillante dei maghi del fuoco.

Domare la materia fusa a Meisenthal

Yvon Meyer
© Yvon Meyer

Per lungo tempo nomadi, i vetrai si installano poi a Meisenthal, la valle delle cince, nel 1704. Qui inventarono nel 1858 la boule de Noël. Mentre il Musée du Verre allestito in loco si rifarà il look nel 2020, i soffiatori di vetro del Centro internazionale delle arti vetrarie continuano a far nascere dalla materia fusa meravigliosi oggetti delicati, come il vaso Fleur del designer Françoise Minot. Soffiano a mano libera, cioè senza stampo, scartando delicatamente i petali uno ad uno prima che si fissino: una vera corsa contro il tempo! Vetreria Meisenthal

Godetevi la vista al Musée du Cristal-Saint Louis

Benoit Teillet
© Benoit Teillet

Un alto campanile di arenaria rosa si affaccia sull’imponente cristalleria di Saint-Louis-lès-Bitche, costruita nel 1767 come manifattura reale. L’avventura del cristallo in Europa continentale inizia lì, nel 1781. All’interno della Grande Halle, il Musée du Cristal-Saint Louis espone 2.000 pezzi rari, oggetti in vetro opalino, fermacarte, brocche o fioriere. Attento a tutte le torsioni e trasformazioni di questo vetro nobile, il visitatore sale un dolce pendio fino alla sorpresa finale: il balcone che si apre sull’attività dei vetrai. Le Grande Place - Musée du Cristal-Saint Louis

Scoprire i segreti del cristallo alla Cristallerie Saint-Louis

Soffio a bocca e taglio a mano caratterizzano l’iconico vetro Thistle come il vaso Versailles. Una galleria a strapiombo della Grande Halle permette al visitatore di assistere alla trasformazione della materia: palla incandescente raccolta a oltre 1.300°C alla fine della canna, soffiata a bocca, tagliata, messa in forma negli stampi, riscaldata, ritagliata nuovamente, ancora e ancora… Quando la palla di vetro arriva a trenta chili - il peso del vaso Versailles, da modellare in pochi minuti - è facile comprendere che la sfida sia di grande importanza!

Seguono il lavoro a freddo, il taglio, l’incisione, la doratura, altrettante tappe effettuate con grandissima attenzione. La Cristallerie Saint-Louis è l’unica al mondo che, ogni giorno su prenotazione presso il museo, lascia scoprire i suoi segreti artigianali. Cristalleria Saint-Louis

Avere gli occhi che brillano al Museo Lalique

Musée Lalique
© Musée Lalique

L’incontro inizia in una sala nera dove troneggia un lampadario “pomme de pin” - a forma di pigna, ndr - di tre metri. René Lalique ha fatto fuoriuscire dal vetro delle fontane monumentali, come delle minuscole spille. Il gioielliere e mastro-vetraio ha 61 anni quando si trasferisce a Wingen-sur-Moder. Nell’antica hall della sua vetreria, la bella architettura del Musée Lalique si affaccia sulla collina verdeggiante. Qui vi si ammira la più importante collezione di flaconi di profumi Lalique al mondo, e si possono toccare con le dita, sul tavolo tattile, le silhouette satinate dei vasi Bacchantes. Ogni anno, nel periodo natalizio, l’evento Happy Cristal fa davvero brillare gli occhi a chi vi partecipa.

Autoinvitarsi da un mastro vetraio al castello di Hochberg

Grégoire Gardette
© Grégoire Gardette

Di fronte al Museo Lalique, a Wingen-sur-Moder, la facciata Napoleone III in arenaria rosa del castello di Hochberg, antica residenza dei patroni della vetreria, nasconde interni raffinati: cascate di pendenti a goccia nella sala bar, bouquets di fiori nei vasi Lalique, medaglioni Lalique con dalie o rondini integrati negli specchi delle 15 camere. Una depandance in arenaria e vetro, disegnata da Mario Botta al centro del parco, ospita il ristorante. Tra vetro e natura.

Per saperne di più:

Per Aliette de Crozet

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