I fari bretoni

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ATOUT FRANCE/Franck Charel
© ATOUT FRANCE/Franck Charel

Tempo di lettura: 0 minPubblicato il 17 ottobre 2011

I fari in Bretagna sono il simbolo della vita marittima. La regione possiede da sola più di un terzo dei fari e torri faro che illuminano il litorale della Francia. Sfidando correnti e tempeste, queste fortezze di granito segnalano dal XVIII secolo ai lontani navigatori i pericoli di queste coste selvagge e irte di rocce traditrici. Quelli del Finistère sono i più leggendari, Armen, La Jument, Kéréon, La Vieille...

La storia dei fari

Sin dall'antichità, greci e fenici sono ricorsi all'illuminazione per semplificare i punti di passaggio pericolosi. In Francia, la segnaletica delle coste è inesistente fino al medioevo, poiché si preferisce non attirare l'attenzione dei barbari e ai potenziali saccheggiatori. Successivamente certi luoghi sono stati segnalati da semplici fuochi di legno. I primi fari sono costruiti nel XVII e XVIII secolo, ma è soprattutto nel XIX secolo che la loro costruzione si diffonde. Il faro più antico della Bretagna è quello di Stiff, sull'isola di Ouessant, la cui costruzione ha inizio nel 1685 su ordine di Vauban e che è acceso nel 1700.

L'illuminazione dei fari

Le tecniche di illuminazione si sono evolute nel corso degli anni grazie a diverse invenzioni. Il carbone si è spento in favore dell'illuminazione a olio, posizionata di fronte a un riflettore sferico, poi davanti a uno specchio parabolico. Ma l'innovazione più significativa in termini di ottica rimane quella dell'ingegnere Augustin Fresnel, inventore di un sistema di lenti utilizzate tutt'oggi. Questa vera e propria rivoluzione che aumenta considerevolmente la portata dei fari, permette di economizzare un prezioso carburante aumentando la potenza luminosa del segnale. Inoltre, all'olio di colza succedono nuovi combustibili: il petrolio, il gas, e infine l'elettricità. Oggi è in corso un programma di modernizzazione con lo scopo di sfruttare l'energia eolica e quella solare.

Le sfide della costruzione

Alcune realizzazioni sono state eseguite in condizioni incredibili, su rocce ricoperte dall'alta marea e in zone di correnti e tempeste. Il faro d'Armen, il più leggendario di tutti, è costruito su una roccia che emerge solo di 1,50m in condizioni di bassa marea, in pieno Raz de Sein. Quando il tempo lo consentiva gli operai praticavano un foro per le future strutture portanti. Il primo anno sono stati praticati solo 15 fori, l'anno seguente 34. Durante tutto l'anno 1870 è stato possibile lavorarci solo 8 ore, 6 nel 1873. La costruzione di Armen è durata ben 14 anni... La costruzione del faro della Jument, vicino all'isola di Ouessant, è durata 7 anni.

L'automatizzazione dei fari

Oggi i fari sono quasi tutti automatizzati. I primi furono Armen nel 1990, la Jument nel 1991, les Pierres Noires nel 1992... Il faro isolato in mezzo al mare è automatizzato nel momento in cui non è più necessario alcun intervento umano per il suo funzionamento. Il mito del guardiano del faro, mestiere tra l'altro molto vincolante, sta quindi sparendo. Il guardiano ha ormai come compito quello di sorvegliare i sistemi automatizzati e intervenire in caso di malfunzionamento. Si occupa della manutenzione del faro e dei dintorni, assicura i collegamenti radio e il bollettino meteo.

La visita dei fari

Oggi sulle coste bretoni troviamo ben 80 fari. Anche se non sono più abitati, alcuni si visitano ancora. Gli ultimi guardiani dei fari accettano di aprire le porte ai visitatori per amore del loro mestiere. Tra i più conosciuti è possibile visitare: Saint-Mathieu, Trézien, l’Ile Vierge, Le Stiff, Créac’h... Quest'ultimo, sull'isola di Ouessant, contiene una delle luci più potenti al mondo la cui portata raggiunge 120 km quando il cielo è limpido. L'antica sala delle macchine ospita oggi il museo dei fari e delle boe.

Per France.fr