Con Jean-Charles de Castelbajac le maniche dei maglioni si trasformano in pappagalli e le décolleté sexy in innocenti calzature scamosciate. Questo fashion designer francese, sognatore e innamorato di Parigi, passa in tutta naturalezza dalle passerelle delle sfilate di moda ai vernissage di arte contemporanea. Un vero parigino che ha fatto della città una delle sue muse e che quando non è impegnato a ideare nuove collezioni si diverte a disegnare sui muri dei palazzi cittadini, ma col gesso, per non imbrattare la sua benamata città. L’abbiamo intervistato…
Che cosa fa di lei un vero parigino?
Semplicemente perché vengo dalla provincia, sono "salito a Parigi" e me ne sono follemente innamorato. Siamo tutti parigini nel cuore, sin dal primo giorno in cui abbiamo sognato questa città, i muri di Parigi richiamano delicatezza e con la mano sinistra disegno volti evanescenti con il gesso. Parigi mi ispira, qui creo, invento un mondo di domani, sospinto dalle luci della mia città. La mia ispirazione è da sempre mossa da Parigi e le sue storie, gli incontri fortuiti tra fantasmi e futuro, il mio vagare notturno, la sua particolarissima luce.
Quali sono i suoi luoghi prediletti a Parigi?
I mercati, i giardini nel cuore della capitale, come nella rue Poncelet o in place Jacques-Demy. Gli atelier degli artisti come quello di Bourdelle, di Brancusi, di Gustave Moreau e Jean-Jacques Henner oppure l'hôtel particulier dei Camondo che custodisce l’emozionante storia di questa famiglia. La rue Saint Honoré, dalla rue du Roule a place du Palais Royal, dove le anime della Storia si incrociano con i “personal shopper”. Mi piace molto place Dauphine, che i surrealisti avevano battezzato "la vagina di Parigi".
I suoi posti preferiti per mangiare?
Il Mi-chemin, che racconta un po’ anche la mia storia con la sua cucina fusion tra il Sud del Mediterraneo e la Francia, e il LouLou, che secondo me ha il più bel dehors del mondo e per il quale ho avuto la fortuna di disegnare il logo. E naturalmente ho la mia brasserie prediletta: la mitica Lipp che frequento dal maggio ’68, quando era stata il mio rifugio.
Perché fa graffiti con il gesso? Che cosa significa per lei disegnare sui muri di Parigi?
Utilizzo il gesso perché è effimero, anche se molto spesso resiste più a lungo delle bombolette, è un’abitudine, un contatto, una carezza sulla pelle di Parigi, un tatuaggio delle mie emozioni. Un “espediente” per esprimere la mia visione, ma sempre con delicatezza e dolcezza.
Jean-Charles de Castelbajac è direttore artistico di Benetton e ha realizzato le nuove divise della società Aéroports de Paris che il personale degli aeroporti parigini di Charles de Gaulle e Orly indossera da giugno 2019.
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Per Caroline de Surany
Scrittrice, giornalista, ama le cose belle e buone