Marie-Amélie Le Fur, lo sport nel DNA

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Marie-Amélie Le Fur
© © CPSF T.Nguyen - Marie-Amélie Le Fur

Tempo di lettura: 0 minPubblicato il 27 maggio 2024

Marie-Amélie Le Fur si è appassionata alla corsa fin da bambina. A 12 anni è diventata campionessa juniores in Francia. Aveva 15 anni quando è rimasta coinvolta in un grave incidente con lo scooter e le è stata amputata la gamba sinistra sotto il ginocchio.

Comitato Paralimpico e Sportivo Francese. Il suo obiettivo: fare dei Giochi di Parigi una vetrina planetaria per gli sport paralimpici. Come ci ha raccontato in questa intervista.

“Voglio che delle Paraolimpiadi di Parigi si parli in tutto il mondo, si conoscano gli atleti e il loro impegno, si promuova la loro inclusione nel mondo delle sport come nella vita quotidiana. È una grossa opportunità a livello di comunicazione, e dobbiamo sfruttarla al meglio”.

Marie-Amélie Le Fur
© KMSP - CPSF - Marie-Amélie Le Fur

France.fr: Quindi lo sport ma non solo lo sport...

MAF: Certo. L’impegno dei 4.400 atleti paralimpici sarà sotto gli occhi di tutti, per sportivi disabili o normodotati l’impegno, le emozioni, le sfide, sono le stesse. Lo sport comunica un messaggio positivo. Ma è anche e soprattutto nella vita quotidiana, all’interno della società, che occorre cambiare la mentalità per migliorare la vita delle persone con disabilità. La democraticizzazione del mondo dello sport deve essere estesa alla vita quotidiana.

France.fr: Pensa che in Francia si stia facendo tutto per una reale inclusione nella società dei portatori di handicap?

MAF: Occorre fare molto di più. Rendere le città realmente accessibili ai portatori di handicap: a livello di mobilità, di trasporti, di accessibilità, di accoglienza, nei luoghi pubblici come negli hotel, per esempio.
 

France.fr: Certo, l’accoglienza: le Olimpiadi sono anche un’occasione per scoprire Parigi e la Francia e per i portatori di handicap anche questo può essere più complicato…

MAF: Le Olimpiadi sono una straordinaria occasione per mettere in valore il patrimonio di cultura, di arte, di natura della Francia e occorre mettere il pubblico di disabili nelle condizioni di poter scoprire il territorio senza ostacoli e rendere davvero accessibili spostamenti e luoghi. Rendere insomma realmente possibile un turismo per un pubblico che vive la disabilità. Occorrono progetti architettonici mirati, alberghi completamente accessibili… Bisogna far conoscere le reali esigenze di chi vive con un handicap, con un approccio inclusivo e collettivo.

Marie-Amélie Le Fur
© CPSF - B.Lorinquer - Marie-Amélie Le Fur

France.fr: Il turismo è una voce importante e i Giochi un volano decisivo anche per il settore.

MAF: Certo, e non solo per Parigi: tutta la Francia partecipa all’evento, tutte le regioni sono sotto i riflettori, compresa la Valle della Loira, la mia regione. Occorre lavorare per un turismo che sia realmente inclusivo. 

France.fr: Bisogna cambiare mentalità, insomma, e agire di conseguenza?

MAF: Sì, occorre far comprendere meglio le reali esigenze dei portatori di handicap, e lo sport può essere un importante acceleratore, con una narrazione che metta al centro la questione. I portatori di handicap devono essere considerati parte integrante della società. Lo sport può essere un grande aiuto a livello di comunicazione, dopo di che occorre prevedere dei progetti concreti che rendano possibile un turismo per tutti. E uno sport per tutti.

Per Rosalba Graglia

Giornalista. Torinese di nascita, francese di adozione. Scrive di viaggi e di food da molti anni. Collabora con magazine di viaggio come Bell’Europa, Bell’Italia, In Viaggio, Gambero Rosso e quotidiani come La Stampa. Ha scritto diverse guide turistiche e libri sulla Francia. Nel 2019 le è stata assegnata la Medaglia d'oro del Turismo Francese. Il suo regista preferito? Sicuramente Truffaut.