La Parigi di Victor Hugo e Emile Zola

Grandi scrittori

ParigiCultura e Patrimonio

Emile Zola e Victor Hugo, grandi scrittori della letteratura francese
© pict rider / Adobe Stock - Emile Zola e Victor Hugo, grandi scrittori della letteratura francese

Tempo di lettura: 0 minPubblicato il 25 giugno 2020

Passeggiare per le vie di Parigi... Un'esperienza da vivere da casa, grazie alla magia della letteratura! Mettiamoci comodi e immergiamoci nelle opere magistrali di Victor Hugo e Emile Zola, che descrivono Parigi in pagine indimenticabili. Buona lettura!

Ballare come Esmeralda davanti alla cattedrale di Notre-Dame

Victor Hugo, Notre-Dame de Paris (1831)

La fantastica storia di Esmeralda, la bella gitana, e di Quasimodo, il gobbo dal cuore d’oro, ha fatto il giro del mondo. Facciamo la conoscenza di un arcidiacono tentato dai piaceri della carne (Claude Frollo), un capitano delle guardie reali infedele e seduttore (Phœbus de Châteaupers), un re di Francia, giullari, folli, saltimbanchi, imbroglioni, teologi e soprattutto la cattedrale nella sua immensità, ultimata meno di un secolo prima del periodo nel quale Victor Hugo ambienta il suo romanzo. Pubblicato nel 1831, Notre-Dame de Paris resta uno dei romanzi più celebri di Victor Hugo e soprattutto uno dei più adattati tra cinema, musical, cartoni animati…: la trama di Notre-Dame de Paris fa parte della cultura popolare più di qualsiasi altra opera classica.

Shopping nei primi grandi magazzini di Parigi

Emile Zola, Al Paradiso delle Signore (1883)

Parigi, circa 1860. Appena arrivata a Parigi, Denise Baudu riesce a farsi assumere al Paradiso delle Signore, un grande magazzino dedicato al prêt-à-porter femminile, uno dei tanti spuntati come funghi in città nel XIX secolo sotto l’influenza del barone Haussman. Il lettore si ritrova immerso nel Bon Marché dell’epoca, ovvero Les Galeries Lafayette del XIX secolo, o Le Printemps degli albori. Nel cuore di questo formicaio di nuovo genere, Denise Baudu scopre le turpitudini delle piccole commesse e delle loro clienti e penetra nel cuore della quotidianità più vera dell’umanità.

Per Caroline Revol-Maurel